Un vaccino contro la malaria | ISPI

2023-02-22 17:28:12 By : Ms. Monica Zeng

Per la prima volta l’Oms approva l’uso di un vaccino contro la malaria. E anche se la sua efficacia non è totale, è un passo avanti decisivo per debellarla.

“Come qualcuno di voi forse saprà, ho iniziato la mia carriera come ricercatore contro la malaria. Ho aspettato a lungo il giorno in cui avremmo avuto un vaccino efficace contro la più antica e mortale delle malattie infettive. Finalmente quel giorno è arrivato”: così il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha annunciato in conferenza stampa da Ginevra l’arrivo del Mosquirix, il primo vaccino approvato dall’Oms contro la malaria. Una notizia storica, e non solo perché per la prima volta spiana la strada nella lotta alla malattia che più di ogni altra miete vittime in Africa e nel Sudest asiatico, ma anche perché quello messo a punto dalla casa farmaceutica britannica Glaxo SmithKline è il primo vaccino sviluppato per una qualsiasi malattia parassitaria. I parassiti sono molto più complessi di virus o batteri e la ricerca di un vaccino contro la malaria è in corso da più di un secolo. “È un enorme salto dal punto di vista scientifico avere un vaccino di prima generazione contro un parassita umano”, ha dichiarato Pedro Alonso, infettivologo e direttore del programma di contrasto alla Malaria dell’Oms. Secondo World Malaria Report del 2020, circa 400mila persone all’anno muoiono di malaria, due terzi dei quali sono bambini africani sotto i 5 anni.

All’inizio del programma pilota – finanziato grazie a una ‘santa alleanza’ fra GAVI, Fondo globale per la lotta all’AIDS, tubercolosi e malaria, e UNITAID – nei primi mesi del 2019, il Mosquirix era stato somministrato a più di 800mila bambini in Ghana, Kenya e Malawi. In sé, il vaccino aveva dimostrato un’efficacia limitata, prevenendo il 39% dei contagi e il 29% dei casi gravi. Ma uno studio condotto dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine (LSHTM) ha rilevato che quando ai bambini piccoli venivano somministrati sia il vaccino che i comuni farmaci antimalarici, si registrava una riduzione del 70% dei ricoveri ospedalieri o dei decessi. Dopo l’annuncio dell’Oms, GSK si è impegnata a fornire fino a 15 milioni di dosi all’anno ai paesi in cui la malaria è considerata una malattia ‘endemica’ con una maggiorazione sul prezzo che non superi il 5% del costo di produzione. Finora, le misure preventive più diffuse contro la malaria erano rappresentate dalle bonifiche dei terreni e dalle zanzariere impregnate di insetticida, il cui utilizzo – secondo le stime – avrebbe ridotto i decessi tra i bambini sotto i 5 anni del 20%.

La malaria è una forma di malattia febbrile acuta che si presenta con sintomi come febbre, mal di testa e brividi. Viene trasmessa dalle punture di zanzare infette e può portare al decesso anche in sole 24 ore se non trattata in maniera adeguata. Fra le categorie particolarmente colpite, oltre i bambini, ci sono le donne incinte e i soggetti sieropositivi. In realtà, l’approvazione dell’Oms non è la prima che il vaccino riceve: nel luglio 2015 l’Ema ne aveva approvato l’uso nei bambini di età compresa tra 6 e 17 mesi ma solo in paesi dove la malattia è endemica. Pochi mesi dopo però il comitato consultivo sui vaccini dell’Oms aveva raccomandato ulteriori studi per raccogliere dati sulla logistica, sulla sicurezza e sull’efficacia del vaccino, per comprendere meglio quale sarebbe stato il suo reale beneficio nel mondo reale. Uno studio recente ha stimato che se fosse distribuito nei paesi con la più alta incidenza di malaria al mondo, il Mosquirix potrebbe prevenire 5,4 milioni di casi e 23mila decessi di bambini di età inferiore ai 5 anni, ogni anno.

La malaria è una malattia rara nel mondo sviluppato. Negli Usa ha un’incidenza di circa 2mila casi ogni anno e in Europa di circa 8mila, per lo più tra viaggiatori di ritorno da paesi in cui la malattia è endemica. Anche alla luce della sua incidenza su base geografica, quindi, il vaccino approvato dall’Oms non è solo un gigantesco passo avanti in campo sanitario: i suoi effetti potrebbero rappresentare un ‘game changer’ per lo sviluppo globale. Il vaccino potrebbe infatti invertire i tassi di alta mortalità infantile, un fattore che rallenta il ritmo di crescita economica in molti paesi a basso reddito. La malaria, infatti, è considerata la ‘piaga’ dell’Africa subsahariana non solo per il numero di persone che uccide, ma anche per ‘chi’ uccide: perlopiù bambini molto piccoli a cui viene tolta la possibilità di vivere una vita lunga e sana, mentre coloro che sopravvivono alla malattia incorrono in spese mediche e perdita di reddito, rendendo la malattia sia una conseguenza della povertà che una delle sue cause. Il vaccino costituisce perciò una svolta importante, anche dal punto di vista sociale, soprattutto per il continente africano, dove gli effetti della pandemia di Covid-19 – secondo gli esperti – precipiteranno circa 88 milioni di abitanti sotto la soglia di povertà estrema. “È un barlume di speranza – ha osservato, con sintesi efficace Matshidiso Moeti, direttore regionale dell’OMS per l’Africa – per il continente che più di ogni altro si fa carico del fardello più pesante di questa malattia”.

Di Matteo Villa, ISPI Research Fellow

Un game changer per i paesi in via di sviluppo? Possibile, ma sarà una sfida tutta in salita. Il vaccino contro la malaria non è come quello contro Covid: per avere effetto deve essere somministrato tre volte entro il primo anno di vita, e poi una quarta a diciotto mesi. Genitori con poco tempo e risorse a disposizione dovranno raggiungere ospedali lontanissimi, o i vaccini dovranno raggiungere loro. Anche così, la protezione indotta proteggerà da 3 casi gravi su 10: ben lontani dai 9 su 10 dei vaccini contro il nuovo coronavirus. 

La notizia è comunque un grande passo avanti dopo anni di grandi speranze e grandi delusioni. Ma se pensiamo che da domani in Africa si potrà fare a meno delle zanzariere anti-malaria, siamo fuori strada.

A cura della redazione di  ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca,  ISPI Advisor for Online Publications)